giovedì 18 dicembre 2014

Emporio, si allarga lo scontro e si cerca ancora alternativa

Fonte:L'Arena.it del 18/12/2014
Emporio della solidarietà: il Comune — come emerso nella riunione di giunta di ieri — prende ancora tempo per trovare una sede alternativa all'ex Casa del Fascio, in via XX Settembre, a Veronetta, che la Rete Talenti formata da numerose associazioni di volontariato e che comprende la Caritas ha ribadito essere il sito idoneo. Dando però a Palazzo Barbieri un ultimatum: o entro dicembre si conclude l'iter burocratico — cioè il cambio di destinazione d'uso dell'immobile per ricavarvi l'Emporio — dopo le dure polemiche delle scorse settimane, o il progetto del market per dare generi alimentari gratis a persone in momentaneo stato di indigenza, segnalate dai servizi sociali, salta.

Santa Marta: quasi completata la ristrutturazione dell'ex panificio


Fonte: L'Arena.it del 17/12/2014
Sarà ultimato entro gennaio il nuovo campus dell’Università di Verona realizzato all’ex Caserma Santa Marta, dove è stato operato un intervento di recupero del complesso edilizio con una spesa di 37 milioni di euro.

«Un’opera strategica non solo per il futuro dell’Università, ma anche della città», ha detto il rettore, Nicola Sartor, presentando oggi lo stato dei lavori. «Diventerà fondamentale per il recupero e la riqualificazione del quartiere di Veronetta», ha aggiunto Sartor, riferendosi alla collocazione del campus, inserito nel quartiere a più alto tasso di immigrati della città.

Il restauro ha interessato l’antico stabilimento della Provianda di Santa Marta, costruito dagli austriaci tra il 1863 e il 1865 in un’area in cui, dal 1212, sorgevano una chiesa e l’annesso monastero. Prima dell’annessione di Verona all’Italia (nell’ottobre 1866) lo stabilimento era la base logistica e di rifornimento di pane per tutte le forze asburgiche delle province italiane dell’Impero Austroungarico.

I lavori al silos di Ponente sono stati completati nel 2009, ora sono stati ultimati gli interventi di restauro all’ex panificio.
Nell’ex Panificio sorgeranno spazi dedicati a studenti, personale docente, ricercatore e personale tecnico amministrativo. Aree destinate a funzioni diverse che si susseguono dal piano interrato al sottotetto. Al piano interrato sorgeranno, infatti, 8 laboratori didattici per 324 posti, un deposito libri di 540 mq e una zona ristoro di circa 350 mq, al piano terra una hall di accesso e 11 aule didattiche per un totale di circa 758 posti a sedere e una zona destinata alla segreteria studenti. Al primo e al secondo piano saranno ospitati gli studi dei docenti e gli uffici del personale tecnico amministrativo per circa 160 postazioni di lavoro e 8 aule didattiche di cui 3 per i dottorandi. All’ultimo piano troverà, invece, collocazione una biblioteca con sale consultazioni per 256 posti, una zona a scaffale aperto di circa 825 mq, una zona a scaffale aperto tematica con 64 posti di consultazione di circa 350 mq, uffici per il servizio bibliotecario per 16 postazioni di lavoro e ulteriori 30 postazioni di lavoro riservate al personale dei dipartimenti.

mercoledì 17 dicembre 2014

Emporio della Solidarietà in via XX Settembre: la voce degli organizzatori

Fonte: Verona-in.it del 16/12/2014
L’ex Casa del Fascio è stata scelta perché c’è la disponibilità di Fondazione Cariverona per il restauro: «non abbiamo i soldi per lavori di ristrutturazione e non possiamo pagare affitti elevati» spiegano le associazioni di Rete Talenti riunite nella sede del CSV. «Fornire beni di prima necessità a chi ne ha bisogno non attira i delinquenti ma svolge un’importante funzione preventiva contro il degrado e la criminalità». Parte soft la conferenza stampa di Rete Talenti, il gruppo di associazioni veronesi che dovrebbe gestire l’Emporio della solidarietà di Palazzo Bocca Trezza in via XX Settembre a Veronetta. Ma dura poco. Carlo Croce, vicepresidente di Caritas, dalla sede del Centro Servizio Volontariato martedì 16 dicembre risponde con fermezza a chi il negozio di generi alimentari nell’ex Casa del Fascio non lo vuole: quei cittadini che fanno parte della «minoranza chiassosa» e i politici «che si muovono per logiche di consenso», il tutto condito «da una cattiva informazione». E c’è anche l’ultimatum al Comune, perché faccia tutti i passi necessari per rendere possibile l’apertura dell’Emporio entro la fine dell’anno. I cittadini a cui allude Croce sono quelli convinti che non esiste confine tra povertà e delinquenza e quelli che non considerano comunque adatta la sede di Palazzo Bocca Trezza per ospitare un’iniziativa del genere. E i politici? Viene fuori il nome di Vittorio Di Dio (Lista Tosi) contrario alla soluzione su cui invece si trovano d’accordo il sindaco Flavio Tosi e il vescovo Giuseppe Zenti. Di Dio ha raccolto firme e proposto sedi alternative che Rete Talenti ha verificato e bocciato. Ma perché Palazzo Bocca Trezza? «Perché Cariverona, che si prenderebbe l’impegno di restaurare l’ex Casa del Fascio, mira i suoi interventi su edifici di interesse storico-artistico e non in contesti anonimi» spiega Luisa Ceni (Associazione cattolica internazionale al servizio della giovane – ACISJF), aggiungendo che una parte dello stabile andrebbe sì all’Emporio, ma solo in comodato per 9 anni, «poi tutto sarebbe restituito, con grande vantaggio per la città». Rete Talenti non ha i soldi per restaurare immobili o pagare affitti elevati e per questo tiene duro sulla location (e sullo sponsor) accusando di miopia «quei politici che ipotizzano soluzioni assurde e fantasiose». Soluzioni che Croce ha ribattinato: «si va dallo stabile di Vicolo Fiumicello 1, con un affitto di 877 euro al mese e problemi di traffico, ai 9000 metri quadrati scoperti di Strada La Rizza. L’ex canile ogni tanto torna alla ribalta ma è stato proprio il Comune a bocciare questa ipotesi tre anni fa. C’è poi il capitolo chiese: Tempio Votivo, Santa Chiara, San Pietro Incarnario, San Domenico… ma non è proprio il caso dopo l’esperienza di Santa Maria Rocca Maggiore dichiarata off limits dalla Soprintendenza. Infine la proposta del PD per dei locali all’interno di Santa Marta: «Ci siamo già passati tre anni fa, con tempi e costi per il restauro per noi improponibili». E’ stato spiegato che l’Emporio ha anche una funzione di prevenzione della criminalità: «chi è senza lavoro e ha fame può essere spinto dalla necessità a compiere azioni illegali». Infine viene data la notizia che la Regione ha chiesto a Rete Talenti di fornire una Procedura Standard Operativa per poter replicare l’iniziativa in tutte le sette Province del Veneto. Oltre a Carlo Croce e Luisa Ceni erano presenti Marco Tezza (Ronda della Carità), Francesco Zinno (Ronda della Carità), Adriana Cavaggioni (Conferenze San Vincenzo De Paoli) e Paola Cinquetti (Centro Diocesano Aiuto Vita – CDAV). g.m.
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Fonte: Veronasera.it del 16/12/2014
"Emporio della solidarietà" a Veronetta: la Caritas spinge per aprire e smonta la "disinformazione"

Riduzioni degli sprechi sugli aiuti erogati, realizzazione di un adeguato processo di accompagnamento delle famiglie e degli utenti, anziché limitarsi alla sola fase erogativa di alimenti, sostegno alle crescenti forme temporanee di fragilità economiche, come nel caso di famiglie con difficoltà di spesa nella seconda parte del mese. Con questi intenti, nel 2010, un gruppo di enti di volontariato sociale impegnati nel contrasto alle povertà e operanti nel territorio veronese, hanno dato vita alla “Rete Talenti”. Soprattutto, quindi, con lo scopo di monitorare le crescenti situazioni di disagio e individuare un modus operandi, il più possibile condiviso, nell’ambito del sostegno alimentare. Da queste riflessioni è nato il progetto "Emporio della Solidarietà", già avviato con successo da quasi 10 anni in molte città italiane, dove famiglie selezionate, attraverso appositi criteri di accesso, possano reperire gratuitamente generi di prima necessità, scegliendo i prodotti secondo le proprie necessità, con l'obiettivo ambizioso di coprire circa il 40-50 percento del loro fabbisogno alimentare, rispetto all'attuale prassi della sola borsa mensile. Un progetto portato anche a Verona e che fin da quando è stato "promosso" in Comune non ha mancato di far parlare di se', soprattutto per l'individuazione della sede in cui realizzarlo. Ora la "Rete Talenti" chiede che si decida per lo stabile di Veronetta, l'ormai nota ex "Casa del Fascio" che già in estate era stata avanzata come possibile nuova sede. UN LUNGO PERCORSO - Ma è un'idea che non trova i favori di molti membri del Comune, sia dell'opposizione che della stessa maggioranza. In realtà sono anni che se ne parla. Nel 2012 il progetto è stato presentato al Comune, alla Provincia di Verona e alla Regione Veneto, chiedendo sostegno economico e uno spazio idoneo dove realizzarlo. Da quel momento è iniziato un iter, con ipotesi di concessioni varie come l’ex canile municipale, la ex caserma Santa Marta, la ex chiesa Santa Maria Rocca Maggiore ed altre ipotesi, tutte accettate dalla Rete Talenti ma rivelatesi successivamente impraticabili. Finalmente a maggio 2014, l'assessore alle Politiche sociali, Anna Leso, aveva proposto all'associazione l'edificio annesso al palazzo Bocca Trezza, (ex Casa del Fascio), in via XX Settembre. Il primo agosto 2014 viene protocollata, dal Comune di Verona, la concessione della palazzina alla Caritas Diocesana Veronese, attuale capofila del progetto, che per tale atto ha versato l'importo di poco meno che 5mila euro e avviato tutte le procedure autorizzative per la realizzazione dell'Emporio. L'11 novembre scorso le due commissioni consiliari competenti hanno approvato il progetto per il restauro e risanamento conservativo dell'edificio di via XX Settembre per realizzare l'Emporio della solidarietà, con ben 15 voti, trasversali, favorevoli e uno solo contrario. Le commissioni hanno disposto quindi la trasmissione della proposta di delibera al Consiglio comunale, esprimendo parere favorevole sul merito. Successivamente, ad opera di quella che viene definita dalla stessa Caritas una “minoranza chiassosa” si era avviata una frenetica trattativa per spostare altrove la sede, già concessa, presentando "motivazioni contraddittorie e pretestuose, per lo più dettate da una scarsa conoscenza delle finalità e delle modalità operative del progetto". La Rete Talenti ha così diffuso una nota per "smontare" punto per punto tali motivazioni. file di barboni, ovvero esiguità delle persone aiutate: "In realtà - spiega Rete Talenti - si procederà con un accesso regolato e graduale a partire da circa 30-40 famiglie al giorno, opportunamente selezionate, per raggiungere il livello ottimale, in base alle capacità di sostegno che l'Emporio riuscirà ad esprimere (spazi utili e rifornimento scaffali)". Peggioramento della già precaria circolazione locale: "I mezzi che riforniranno l'emporio saranno idonei per accedere negli spazi antistanti l'edificio interessato, all'interno del comprensorio e non determineranno alcun impatto sul traffico locale". Problemi di sicurezza: "La presenza dei volontari addetti all'Emporio e l'affluenza di persone selezionate e ben conosciute, rafforzerà l'attuale presidio locale". Ghettizzazione del quartiere: "Il progetto Emporio - continua la nota dell'associazione caritatevole - sviluppato nella sede prescelta, esprime un potenziale di esperienze generative positive e auspica una feconda sinergia della dimensione Solidaristica con quella Culturale e Artistica attraverso la condivisione di iniziative promozionali in collaborazione con il Comitato Porta Vescovo e con le associazioni culturali Dèsegni, ZeroPerCento e Società Cooperativa3A, coadiuvando e implementando le diverse iniziative culturali già avviate all’interno dell’area verde tra cui: laboratori creativi, concerti, cinema all’aperto, mercatini artigianali. "Il polverone sollevato e le diatribe politiche collegate alla concessione della sede dell'Emporio solidale non trasmettono segnali di speranza per la nostra città - conclude l'associazione della Caritas - e mortificano il capitale umano del volontariato coinvolto, oltre che di quei cittadini (maggioranza silenziosa) che stanno aspettando da anni, di poter sostenere l'iniziativa, ma ancora di più coloro che ne hanno bisogno". PROGETTO ABBRACCIATO IN REGIONE - Per questo Rete Talenti si dice "fortemente determinata a contrastare il rischio di assistere al vanificarsi di tanto impegno organizzativo e la progressiva perdita di attenzione, da parte di varie aziende ed enti benefattori, possibili fonti di finanziamento e non ultima della stessa comunità locale". Intanto la Regione Veneto, che ha fatto proprio il progetto veronese dell'Emporio solidale sposandone totalmente gli obiettivi e le procedure operative, sollecita la nascita di Empori simili anche nelle altre province venete. Per passare dalle parole ai fatti, il vescovo Giuseppe Zenti ha recentemente sollecitato il Comune a presentare proposte alternative alla “ex Casa del Fascio” con i requisiti a suo tempo indicati dalla Rete Talenti. "Dopo un riesame dettagliato delle proposte ad oggi pervenute, alcune delle quali già precedentemente accettate e rivelatesi poi impraticabili, la Rete Talenti è giunta alla conclusione che nessuna di esse rappresenti concretamente un’alternativa valide". Così si chiede formalmente,al Comune di Verona, di "perfezionare la concessione già firmata, attraverso il cambio di destinazione d'uso dell'immobile assegnato, auspicando la conclusione dell'iter burocratico entro il corrente mese di dicembre 2014". Diversamente, l’inadempienza del Comune di Verona determinerà ulteriori rinvii, se non addirittura l’impossibilità di realizzare il progetto stesso, dopo ben due anni di estenuante attesa, rivelando una preoccupante insensibilità alle crescenti difficoltà e ai bisogni delle famiglie povere residenti in Verona. RETE TALENTI - Il coordinamento della Rete Talenti vede riuniti, sullo stesso tavolo di programmazione, Caritas Diocesana Veronese, Associazione di Carità S. Zeno onlus, ACLI Verona, Ronda della Carità, Conferenze della San Vincenzo, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Centro Diocesano Aiuto Vita, Casa della Giovane, Comitato veronese della Croce Rossa Italiana (rappresentativi di migliaia di volontari nel nostro territorio) e Comune di Verona.

mercoledì 3 dicembre 2014

Emporio a Veronetta, si allarga il fronte del no

Fonte: L'Arena.it del 3/12/14
Marisa Brunelli (Udc): «Ottima idea, ma non lì. E basta polemiche» Oggi alle 18.30 in via XX Settembre riunione dei residenti contrari

Si allarga ancora lo scontro politico sull'Emporio della solidarietà da insediare a Veronetta, in via XX Settembre, nell'ex casa del fascio nel complesso di Palazzo Bocca Trezza, da ristrutturare. «Sì all'Emporio, ma non in quel palazzo», dice Marisa Brunelli, consigliere comunale dell'Udc.
Oggi, alle 18.30, in via XX Settembre 57, dove dovrebbe sorgere, è in programma l'assemblea di residenti contrari all'insediamento a Veronetta, guidati dal consigliere del Gruppo Misto della Prima circoscrizione Centro Elena Brunelli, e da Vittorio Di Dio, consigliere comunale della Lista Tosi. Dovrebbero emergere proposte alternative a Veronetta. A cui, oltre ovviamente all'assessore ai servizi sociali Anna Leso — che il 10 dicembre illustrerà il progetto al Consiglio della circoscrizione Centro storico — è favorevole il sindaco Flavio Tosi. A sostegno con parole forti contro chi si oppone al progetto è intervenuto anche il vescovo Giuseppe Zenti, presidente della Caritas diocesana che, con la Rete Talenti, gestirà il market solidale per persone (una trentina) in momentaneo stato di indigenza. Con finanziamento della Fondazione Cariverona, la Caritas ristrutturerà il palazzo di proprietà del Comune che la darà in concessione per nove anni alla Caritas.
Contro l'Emporio a Veronetta si schiera come detto anche Marisa Brunelli, rappresentante dell'Udc in Comune. «Sono favorevole all'Emporio alimentare», dice. «È un progetto innovativo che permette di organizzare in modo efficiente ed efficace, coinvolgendo tante associazioni di volontariato e i nostri servizi sociali, la risposta alle emergenze alimentari che stanno diventando un flagello».
Secondo Marisa Brunelli «l'Emporio deve diventare patrimonio di tutta la nostra città. Sarebbe bello che industriali, famiglie, scuole, associazioni di categoria si sentissero coinvolti in questo progetto abbracciando e diffondendo la cultura del non spreco del cibo e di un migliore utilizzo delle eccedenze alimentari», aggiunge, ma avverte: «Tuttavia se è pur vero che l'Emporio è un progetto lungimirante, parimenti è assodato che esso ha bisogno di maggiore sobrietà nelle scelte e di maggiore incisività nelle risposte. Stride pertanto con le precarietà esistenziali che l'Emporio intende sostenere la scelta di una sua collocazione in un edificio storico», e si allude a Palazzo Bocca Trezza, «che necessita di urgenti lavori di ristrutturazione, con costi notevoli».
L'esponente dell'Udc spiega poi che «tra gli immobili con finalità commerciali di proprietà dell'Agec forse si sarebbe potuto individuare una soluzione più economica. Prendo le distanze invece dalle polemiche di questi giorni che tendono a demonizzare questo progetto come possibile causa di ulteriore degrado e peggioramento della sicurezza dei cittadini di Veronetta», aggiunge. «Chi sostiene questatesi non sa come funzionerà l'Emporio: i cittadini che lo utilizzeranno saranno autorizzati dai Servizi sociali previa un'analisi della loro situazione economica e familiare. Identificarlo come causa di degrado e aumento della criminalità è un pessimo servizio reso alla verità delle cose».
Enrico Giardini